Sorprese nello studio cognitivo di anziani rurali del Bangladesh

 

 

LORENZO L. BORGIA

 

 

 

NOTE E NOTIZIE - Anno XIV – 20 febbraio 2016.

Testi pubblicati sul sito www.brainmindlife.org della Società Nazionale di Neuroscienze “Brain, Mind & Life - Italia” (BM&L-Italia). Oltre a notizie o commenti relativi a fatti ed eventi rilevanti per la Società, la sezione “note e notizie” presenta settimanalmente lavori neuroscientifici selezionati fra quelli pubblicati o in corso di pubblicazione sulle maggiori riviste e il cui argomento è oggetto di studio dei soci componenti lo staff dei recensori della Commissione Scientifica della Società.

 

 

[Tipologia del testo: RECENSIONE]

 

Storicamente, lo studio dell’intelligenza umana e delle facoltà ad essa correlate è stato condotto tenendo conto dell’importanza dell’istruzione e della cultura, allo scopo di cercare di distinguere fra il sostrato funzionale e i contenuti conoscitivi, e tentare di valutare gli effetti degli apprendimenti culturali sulle potenzialità cerebrali. L’attenzione a questo genere di problemi ha portato a un filone di studi interdisciplinari, con antropologi che spesso fornivano campioni di popolazioni non alfabetizzate, in condizioni di vita primitive ed ideali per consentire di “fare la tara” nello studio delle prestazioni del tipico volontario del mondo occidentale con istruzione elevata ed un articolato bagaglio di cultura sociale.

Col tempo, e particolarmente negli ultimi decenni, quest’attenzione è andata scemando, e la massima parte degli studi sulle facoltà cognitive umane impiega studenti universitari o persone laureate di entrambi i sessi, impegnate in attività lavorative con notevoli componenti di stimolo intellettivo ed esercizio cognitivo. Inoltre, negli ultimi due decenni, quando l’impiego di mezzi elettronici di comunicazione a gestione personale è diventato costume quotidiano nella popolazione attiva delle città dei paesi ad elevato sviluppo socioeconomico, si è aggiunto anche questo elemento di esperienza/apprendimento alle differenze fra l’uomo post-moderno della società dell’immagine e della comunicazione e l’uomo non alfabetizzato che vive a contatto con la natura, lontano dalla civiltà. È provato che lo studio scolastico, ed ancor più quello universitario, sono in grado di favorire l’espansione della capacità di working memory. In altri termini, l’impiego di regole, metodi, tecniche e procedure logiche da applicare per esercizio, l’abitudine ad impiegare e riconoscere paradigmi interpretativi, così come a concettualizzare per memorizzare, accresce la quantità e la complessità degli elementi che una persona riesce ad elaborare in un dato segmento temporale.

Senza attardarci nell’elenco delle differenze provate e potenziali fra le prestazioni cognitive di un ipotetico soggetto prossimo allo stato naturale e quelle di un esemplare di uomo colto e tecnologico, si fa presente che non è ancora stato condotto uno studio con i mezzi di indagine cerebrale attuali, per esaminare in modo sistematico ed analitico quanto nelle basi neurofunzionali delle abilità cognitive prescinda realmente da istruzione e cultura. Per tale ragione, l’attenzione e l’interesse per ogni setting sperimentale che includa simili confronti dovrebbe essere massima, in attesa che si ottenga la programmazione da parte di istituzioni scientifiche autorevoli di ricerche concepite per individuare profili di differenze che vadano dal livello morfo-funzionale macroscopico all’espressione genica, dal testing neuropsicologico tradizionale a prove specificamente concepite per valutare queste differenze. Attualmente, ad esempio, l’invecchiamento cognitivo è studiato basandosi su persone con un grado di istruzione medio-alto, provenienti in genere dalle classi agiate di nazioni ad elevato grado di sviluppo d’Europa o d’America. Per questo, è di sicuro interesse uno studio di Sternäng e colleghi che ha indagato quanto le nozioni fino ad oggi acquisite sulla parabola involutiva della cognizione si possano estendere ad analfabeti del Bangladesh con basso stipendio ed esperienza di vita rurale (Sternäng O., et al. Different Context but Similar Cognitive Structures: Older Adults in Rural Bangladesh. J Cross Cult Gerontol. – Epub ahead of print doi: Feb 10, 2016).

La provenienza degli autori è la seguente: Aging Research Center, Karolinska Institutet, Solna (Svezia); Stockholm Brain Institute, Stockholm (Svezia); Department of Neurobiology, Care Sciences and Society, Karolinska Institutet, Solna (Svezia);  Institute of Gerontology, Jonkoping University, Jonkoping (Svezia); International Centre for Diarrhoeal Disease Research, Dhaka, Bangladesh.

Lo scopo principale degli autori del lavoro è stato quello di esaminare la struttura delle differenze fra persone nelle funzioni cognitive in un campione di popolazione anziana rurale del Bangladesh.

Lo studio ha preso le mosse dai dati accumulati in seno ad un importante progetto di salute pubblica del Bangladesh denominato Poverty and Health in Aging (PHA). I partecipanti, di età compresa fra i 60 e i 92 anni, erano 452. Si è impiegato lo structural equation modeling per stimare la corrispondenza di un modello di cinque fattori (1. Rievocazione episodica, 2. Riconoscimento episodico, 3. Fluenza verbale, 4. Conoscenza semantica, 5. Velocità di elaborazione) ed esaminare la possibilità di generalizzare il modello attraverso età, sesso e grado di istruzione.

Questo studio dimostra che un modello stabilito di cognizione è valido anche fra anziani poveri di una popolazione rurale del Bangladesh. Il modello ha mostrato forte (o scalare) invarianza per l’età, e una parziale forte invarianza per sesso e istruzione. La conoscenza semantica e la velocità di elaborazione hanno mostrato debole (o metrica) invarianza per il sesso, e la conoscenza semantica ha mostrato anche sensibilità all’analfabetismo.

In generale, le donne hanno fatto registrare prestazioni più scadenti in tutte le aree di abilità testate. La struttura delle differenze cognitive individuali stabilita nelle popolazioni occidentali si può bene adattare a questa popolazione rurale del Bangladesh. Questo dato costituisce un importante prerequisito per la comparazione del funzionamento cognitivo (ad esempio: memoria dichiarativa) fra differenti culture.

Un dato di completa differenza, che ha colpito gli autori svedesi dello studio, è l’assoluta differenza sessuale, con una inferiorità generale rispetto agli uomini della prestazione cognitiva delle donne anziane di questa regione asiatica, che non ha riscontro in alcuna realtà del mondo occidentale.

 

L’autore della nota ringrazia la dottoressa Isabella Floriani per la correzione della bozza e invita alla lettura delle recensioni di argomento connesso che appaiono nella sezione “NOTE E NOTIZIE” del sito (utilizzare il motore interno nella pagina “CERCA”).

 

Lorenzo L. Borgia

BM&L-20 febbraio 2016

www.brainmindlife.org

 

 

 

 

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